C’è un ragazzo che vuole diventare ragazza, o meglio non lo sa ancora: si dichiara omosessuale, non gli piace il suo aspetto fisico in particolare la barba e poi fa cose «da donna» tipo pulire casa. Niente male come stereotipi è la risposta del suo interlocutore, il dottor Maurizio Bini, direttore dell’unità di sterilità e crioconservazione del Niguarda di Milano. Il suo studio è un mondo dove insieme al suo piccolo gruppo di lavoro il medico si confronta ogni giorno coi desideri di vita di persone diversissime che riguardano l’identità di genere o la fertilità, e che portano in sé le questioni sensibili del nostro tempo.

IL MANIFESTO, Cristina Piccino, GEN_, quando il desiderio si fa mappa politica

Il documentario non sensazionalistico e di osservazione di Gianluca Matarrese ci trasporta all’interno dello studio del dottor Bini nel periodo che precede il suo pensionamento. Dato l’elevato numero di pazienti in cerca di aiuto Matarrese evita l’arco temporale inizio-fine terapia spesso preferito da molti filmmaker, mentre ci invita a entrare nel ritmo del dottor Bini che si approccia a ogni paziente in modo individuale e paritario. Questo film umanistico ci invita a vedere al di là della retorica di facciata.

Screendaily, Amber Wilkinson, review

Adesso che i capelli sono bianchi, il sorriso resta gentile, capace di scherzare persino in cinese. […] Occorre leggerezza per muoversi tra i tanti paradossi  che le piroette ormonali spesso scatenano.

CORRIERE DELLA SERA MILANO, Giuseppina Manin, Fertilità, genere e transizioni, La storia del professor Bini

L’intelligenza e la delicatezza di questo documentario passano attraverso la scelta brillante di mostrare le vite dei pazienti del dottor Bini come ritratti fatti da pennellate rapide e imprecise: sappiamo di loro pochissimo, soltanto quello che raccontano nei brevi colloqui che possiamo vedere, ma vederli tutti insieme, nel flusso costante che entra ed esce dall’ospedale, possiamo vedere un’Italia diversa da quella che le narrazioni alt-right provano a descrivere come un Paese bianco, uniforme, eterosessuale.

LUCY SULLA CULTURA, Martina Lodi, GEN_ racconta l’unicità della vita di ciascuno

Con il regista abbiamo parlato di empatia tra medico e paziente, sogni e le lotte di chi si sottopone alla fecondazione assistita e di chi desidera riconciliare il proprio corpo con la propria identità di genere.

CINEUROPA, Camillo De Marco, Intervista a Gianluca Matarrese

chi non vorrebbe, anche se non deve partorire o cambiar sesso, affidarsi alle cure preziose, all’intelligenza selettiva, alla verità del dr. aurizio Bini? […] Gen_ è un tesoro tutto da scoprire

CORRIERE DELLA SERA, Maurizio Porro, GEN_ La complicata ricerca dell’identità

Il film di Matarrese è il ritratto di una varia e sorprendente umanità ma è anche un importante documento sociale che testimonia come certe realtà illuminate contribuiscano al benessere e alla serenità dei cittadini al di là degli ostracismi di una certa politica o di un’etica a volte cieca che non sa comprendere come “a volte in sanità le cose sono giuste e bisogna forzare perché siano legali”.

CINEMAITALIANO.INFO, Alessandro Guatti, GEN_ – Dell’accoglienza dell’altro

In un contesto politico che mette i bastoni tra le ruote a chi come il dottor Bini vorrebbe solo rendere le persone un po’ più felici nei loro corpi e nelle loro vite, con il suo documentario Matarrese riesce ad affrontare una quantità enorme di tematiche etiche, antropologiche e sociali

CINECITTÀNEWS, Carlo D’Aquisto, ‘GEN_’, il medico umanista Maurizio Bini e il potere degli ormoni

Un inno alla vita che è, più di ogni altra cosa, un inno alla trasformazione, al cambiamento, alla rinascita. Un documentario che non punta i riflettori sul privato, sulle vite dei pazienti, ma piuttosto sul loro percorso con Bini: sui dialoghi che intessono il loro rapporto, sulle paure e le speranze, sui dubbi e sulle ambizioni.

CINEMATOGRAPHE.IT, Giacomo Tosi, GEN_ recensione

La difficoltà di diventare madri e padri, con i problemi di fertilità che toccano chi ha soldi e chi no, chi è giovane e chi meno. E poi quelle legate alla disforia di genere, lì dove tra i labirinti della burocrazia e degli ostacoli non solo medici ma anche amministrativi, alla fine ci sono solo uomini e donne che vogliono stare bene, essere se stessi.

LA REPUBBLICA Milano, Alessandra Corica, Bini, dal Niguarda al MoMA primario-attore nel docufilm “Racconto la voglia di vita” – intervista